Ci sono dei segnali che vi fanno capire quando c’è qualcosa che non va?
Per me è non riuscire a scrivere. Gli esperti di marketing potrebbero dirmi che non si confessa pubblicamente quello che sto per dirvi, per mantenere l’idea che qualsiasi cosa succeda saremo performanti e perfette.
Ed è così, la maggior parte delle volte. No, perfetta mai, ma riuscire a lavorare bene anche sotto stress fa parte del mio lavoro. In gergo si dice che “c’hai mestiere”.
Però poi torni a casa e i conti li devi fare con te. E quando non riesco a scrivere è perché non riesco a scegliere le parole da comunicare alle altre persone. Dentro ho tanti pensieri ma a volte preferisco il silenzio. E allora come si fa a stare in silenzio quando invece avresti voglia di urlare?
Io ho preso una pausa da questa newsletter, che negli ultimi tempi è diventata bimensile. C’è chi mi ha chiesto quando sarebbe uscita la prossima e allora ho pensato di “confessare” il mio stato d’animo.
Il silenzio non sempre è d’oro
Credo che dietro a questo mio momento ci sia un po’ di stanchezza dovuta alle tantissime cose meravigliose che mi sono capitate, di cui forse vi racconterò nella prossima newsletter, ma che mi hanno fatto vivere più in treno che a casa.
Ma c’è soprattutto molta delusione e frustrazione. Per me che ho scritto di politica per tanto tempo vedere dove sta andando questo Paese sia a livello economico, sia a livello di diritti, di libertà di stampa e di onestà fa male. Quello però che mi ferisce di più è che nulla di quello che è successo è stato ritenuto grave da questo governo, tanto da presentare dimissioni o anche solo delle scuse. Fanno silenzio su questo e parlano d’altro. E non penso solo alle infinite figuracce che hanno fatto i ministri in carica, ma di atti ben più gravi. Ministra Santanchè indagata per bancarotta e falso in bilancio. Salvini che chiude la sua campagna elettorale sostenendo il generale Vannacci con la canzone Generale di De Gregori, ignorando completamente i messaggi portati dal cantautore. Chat del portavoce del Ministro Lollobrigida scambiati con un trafficante di droga di estrema destra e dai contenuti fascisti. Manifestanti manganellati senza motivo. Università occupate e non ascoltate.
La Presidente Meloni che non dice di essere antifascista, dopo che ha giurato su una costituzione antifascista. Sarà per questo che la vuole cambiare? E che vuole ridurre i poteri del Presidente della Repubblica, responsabile dalla politica generale del governo e garante della costituzione?
Cosa ci manca ancora per definire questo Fascismo?
Ricordo Murgia quando diceva: “Vi aspettate che il fascismo vi bussi a casa con il fez e la camicia nera e vi dica: ‘Salve, sono il fascismo, questo è l’olio di ricino? Non accadrà così”.
E non sta accadendo così, ma sta accadendo. Il controllo è il suo strumento. Controllo dei corpi, delle decisioni, della stampa, delle libertà. E poi lo dice proprio il Governo con quel silenzio. Se non sei antifascista, allora cosa sei?
Per tanti anni da destra a sinistra ci hanno detto di non andare a votare. Oggi non permettiamolo più. Non permettiamo a nessuno, da qualsiasi parte, di dirci di non far valere un nostro diritto. Andiamo a votare.
CI stanno provando a toglierci la libertà e anche i sogni. Non permettiamoglielo.