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Ghosting, come superarlo: una guida per non perdere autostima

Il ghosting è un fenomeno sempre più comune nell’era dei social e delle app di incontri: consiste nell'interrompere bruscamente un rapporto senza fornire spiegazioni. Questo silenzio improvviso può lasciare dietro di sé un caos emotivo fatto di confusione, dolore e insicurezze, che non bisogna sottovalutare
Ghosting
Ghosting è un termine che ha un chiaro significato soprattutto tra le giovani generazioni e tra i frequentatori e frequentatrici di App di incontri. Nell’epoca delle relazioni digitali fare ghosting significa fare il o la fantasma, cioè smettere di scrivere, di rispondere ai messaggi e troncare ogni tipo di comunicazione, senza preavviso né spiegazione. Sparire nel nulla. Anche se è sicuramente più diffuso nelle relazioni sentimentali in fase di partenza, soprattutto in quelle digitali nate sui social o sulle App di dating, si può verificare anche nelle relazioni amicali e meno diffuse, ma non assenti, in quelle professionali. Spesso a questa brusca sparizione segue il bloccare sia il numero di telefono sia i profili social della vittima, in modo da rendersi completamente irraggiungibile. Ma perché si fa ghosting? E soprattutto perché si mostra insensibilità e rancore anche in assenza di un motivo esplicito che spinge addirittura a non dare all’altra persona una dignitosa possibilità di replica?

Indice

Cos’è il ghosting?

Una rottura improvvisa e senza nessuna possibilità di replica può destabilizzare chi la subisce. Non sempre, però, le conseguenze emotive e psicologiche dicono qualcosa sull’importanza e sul coinvolgimento emotivo delle due persone: il ghoster e la vittima.  Ovviamente se queste sono alte saranno anche più alte la frustrazione e il senso di abbandono. Una cosa da non sottovalutare però sono le aspettative che si erano riposte in quella relazione indipendentemente da chi c’è dall’altra parte. Ci sentiamo sempre più soli e sole e trovare un’altra persona che è alla ricerca delle nostre stesse cose dona gratificazione e alimenta aspettative di felicità, di relazione e di tutto quello che la società ci spinge a considerare obbligatorio.

Ma poi se questa relazione si interrompe senza preavviso e senza poter far nulla per impedirlo, allora il senso di abbandono insieme alla sensazione di rifiuto arrivano forte e minano la sicurezza personale. Anche se sovente si cerca di minimizzare l’effetto del ghosting, invece è bene riconoscere che si può star male anche per una persona che non si è mai vista e che si sente da poco tempo. 

Le conseguenze a lungo termine di atteggiamenti così non curanti possono essere anche molto gravi: ansia, calo dell’autostima e della self compassion, difficoltà a fidarsi nuovamente delle altre persone, soprattutto di genere opposto sono le più diffuse.

Perché il ghosting fa male: ce lo dice la scienza

Oltre alle questioni emotive legate alle aspettative riposte in quella persona o in quella relazione ci sono anche motivazioni evolutive, ovvero motivi che ci portiamo dietro dall’evoluzione come esseri umani:

  1. La necessità di appartenenza come bisogno primario
    L’ essere umano si è evoluto con un forte bisogno di connessione e appartenenza. Infatti, nella preistoria si viveva in branco, proprio perché era più facile sopravvivere sia per il cibo, sia per la difesa, sia per la riproduzione. Essere esclusi o ignorati dal gruppo poteva significare essere in pericolo di vita. Questo ha reso il rifiuto e l’abbandono segnali d’allarme potentissimi, capaci di attivare risposte di stress e ansia, anche molto intense.
  2. Il cervello e il dolore sociale
    Il dolore sociale è un dolore psicologico che deriva dall’esclusione e dall’isolamento. Scoperte neuroscientifiche mostrano che il dolore fisico e il dolore sociale condividono basi neurali, questo sta a significare che il dolore sociale è percepito dal cervello in modo simile a una ferita del corpo. Da questo assunto, che è stato utile per la sopravvivenza della nostra specie, deriva anche la paura del giudizio degli altri, ma su questo magari ci scriviamo un altro articolo.

     

  3. Il bisogno di chiusura cognitiva
    La mente umana è progettata per cercare spiegazioni e dare senso agli eventi. Quando qualcuno sparisce senza motivo, il cervello rimane intrappolato in un ciclo di domande senza risposta:

    • Cosa ho sbagliato?
    • È colpa mia?
    • Cosa è successo?
      Questo lascia un senso di disorientamento e insicurezza, perché la mancanza di spiegazioni impedisce la risoluzione emotiva. Questo fenomeno è strettamente legato al bisogno di chiusura cognitiva: una spinta psicologica a completare i “punti interrogativi” e raggiungere un senso di conclusione.

       

  4. La tendenza alla ruminazione
    Senza una chiusura chiara, molte persone si trovano a rimuginare sull’evento. La ruminazione non è solo dolorosa, ma prolunga anche il tempo necessario per superarla, rendendo il ghosting emotivamente stressante.
  5. La “paura del vuoto” relazionale
    Evolutivamente, siamo programmati per temere l’ignoto, perché questo sempre nella savana poteva rappresentare un pericolo. Un rifiuto chiaro, anche se doloroso, permette alla mente di etichettare l’evento e andare avanti. Il ghosting, invece, crea una sorta di “limbo emotivo” in cui si resta bloccati.

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Psicologia del ghoster: chi è che usa il ghosting

Ma perché una persona che fino a poco tempo prima non dava segni di stanchezza o di volersi sottrarre al dialogo o alla relazione arriva a fare ghosting? Perché non è solo il non scrivere più per primi, ma è anche il non rispondere, è il cancellare e bloccare ogni tipo di interazione. Le motivazioni non possono essere esaustive, perché ogni persona ha una propria storia personale che si porta dentro, ma possiamo sicuramente riassumere le principali che rappresentano la base di partenza:

  • Paura del confronto: in un primo momento evitare i confronti e le spiegazioni potrebbe far pensare che la persona ghostata non merita alcuna spiegazione, o che il rapporto non è importante per la persona che intende sparire, ma in realtà la mancata comunicazione indica molto di più. Prima fra tutto sottende la paura del confronto per evitare emozioni negative e conflitti. Per questo motivo si blocca l’altra persona, perché così non si è più raggiungibili e non è possibile cadere nelle richieste o nella rabbia altrui. L’ evitamento di una situazione temuta fa star bene solo nel breve tempo, nel quale si evita l’evento che fa paura, ma sul lungo periodo conferma proprio quello che si teme di più. Ad esempio, se una persona è colta dall’ansia nello scrivere un messaggio di spiegazioni per un’interruzione di una chat o di una relazione, il non scrivere nulla potrebbe portare a sollievo immediato, ma sul lungo periodo quella persona si convincerebbe sempre di più di non essere all’altezza di far valere il proprio pensiero o di non riuscire a comunicare in modo appropriato una sua scelta, aumenterebbe così l’insicurezza, la scarsa autostima e limiterebbe, con tutta probabilità, i confronti personali non solo in caso relazione intima, ma anche in altre situazioni.
 
  • Narcisismo e immaturità emotiva: questa è la motivazione che spesso si racconta ad amici e amiche, un po’ perché la parola narcisista è entrata nel linguaggio comune, la maggior parte delle volte a sproposito, e un po’ perché potrebbe essere vero. Quello che è sicuro però è l’immaturità emotiva e l’incapacità di empatizzare con l’altra persona.

  • Effetto “anonimato digitale”: questa è una delle cause fondamentali non solo del ghosting, ma anche di altri comportamenti nascosti dietro uno schermo spesso non corretti e violenti. I rapporti digitali seguono dinamiche diverse dai rapporti di persone che si incontrano nella vita reale. Questo per tanti motivi: ci si sente protetti dalla non presenza e molte volte dall’anonimato o dalla falsa identità. Questa possibilità crea sfiducia nelle comunicazioni che avvengono sulle App e nelle piattaforme stesse, sottovalutando il più delle volte che dall’altra parte dello schermo c’è comunque una persona. E con la fiducia spariscono anche i sensi di colpa e l’empatia: non vediamo l’altra persona soffrire o reagire al nostro comportamento. Questo “schermo” emozionale rende più semplice ignorare o interrompere una relazione senza provare rimorso, alimentando il fenomeno del ghosting.
 
  • Cultura dell’usa e getta: le App di dating hanno diffuso le relazioni digitali come rapporti “consumabili” in una società iper-connessa. Questa nuova agorà pieni di persone e possibilità, ci rende tutte e tutti uguali e interscambiabili, almeno inizialmente. E se non ti risponde subito o non risponde come vorresti, allora lo sai che si fa? Trovi un altro match. E questo andamento così superficiale e veloce non fa che normalizzare la dinamica del ghosthing e rendendolo accettabile, sconfortando ancora di più chi aveva riposto alcune speranze in quel nuovo inizio.

Amore ai tempi dei social

Relazioni intime ai tempi dei social e delle app d’incontri

Sicuramente i social e le app hanno giocato un ruolo essenziale nel trasformare le dinamiche relazioni. Se da un lato hanno reso estremamente facile entrare in contatto con nuove persone fuori dai soliti giri frequentati, dall’altro è proprio questa facilità che ha reso sbrigativa anche l’uscita da queste nuove relazioni, senza conseguenze apparenti.  
Questa illusione di 
infinite possibilità porta a una “mentalità da catalogo”, in cui le persone sono viste come facilmente sostituibili. Invece di lavorare su un legame, è più semplice passare al prossimo profilo, contribuendo a un disimpegno relazionale. 
È proprio questo il paradosso della connessione digitale: ci fa sentire connessi alle altre persone e potenzialmente al mondo intero, ma ci fa sempre più spesso compagnia la solitudine.
Anche la qualità delle interazioni ne risente: la comunicazione via messaggio è spesso frammentata e superficiale, riducendo la profondità emotiva e il senso di responsabilità. Questo alimenta la percezione che le relazioni siano meno “reali” e impegnative, rendendo il ghosting un comportamento accettabile o normale.
Questa scambiabilità e sostituibilità è alimentata anche dallalgoritmo delle app di incontri che incentivano costantemente a “scorrere” nuovi profili, creando così un ciclo perpetuo di interazioni superficiali e temporanee, aumentando la probabilità di interrompere bruscamente un rapporto.
Ci sono poi fattori più individuali alimentati da una cultura sociale del “tutto e subito”.  Le piattaforme digitali ci abituano a risposte rapide e a gratificazioni immediate. Quando una relazione, anche appena iniziata, richiede più impegno o non rispetta le aspettative istantanee, molte persone preferiscono abbandonarla piuttosto che affrontare un dialogo chiarificatore.
Tutto questo fa sì che il ghosting sia diventato così comune da essere quasi normalizzato. Sui social e nelle app di incontri, è raro che qualcuno affronti conseguenze per aver abbandonato una relazione senza spiegazioni, contribuendo a una cultura di disimpegno e irresponsabilità. 
In tutto questo ciclo perpetuo di interazioni facilmente sostituibili le persone tendono a mostrare una versione idealizzata di sé e questo crea aspettative irrealistiche sia in sé che nell’altra persona. Pensiamo anche solo alle foto e a quanto sono diverse, spesso, dalle persone che poi si incontrano. In questo ideale anche noi ci illudiamo un po’ di assomigliare alla nostra immagine: un Narciso moderno, che spesso confonde il virtuale e il reale. 
Oppure all’opposto quando la realtà non corrisponde all’immagine virtuale, il ghosting diventa un modo per evitare il confronto o il disappunto che potrebbe nascere nel primo incontro.

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Cosa fare se ti ghostano

Il ghosting può lasciare ferite profonde, un senso di smarrimento e molte domande senza risposta. È un’esperienza che tocca corde emotive intime, come il bisogno di appartenenza e la paura del rifiuto.
Essere più consapevoli di cosa succede dentro di noi e anche del difficile momento che stanno vivendo a livello sociale e culturale le relazioni umani può darci una mano.
Ecco alcuni passi utili sia per chi sparisce sia per chi resta:

1. Accettare la realtà
La prima reazione al ghosting è spesso un tentativo di trovare spiegazioni o di contattare la persona che è sparita. Un po’ di tentativi, a mio parere, sono utili per capire anche solo se la persona è sparita davvero o è in un momento di difficoltà. Non eccediamo di superficialità dall’ altra parte pensando per stereotipi (se non ti chiama è perché non gli piaci abbastanza, o il primo passo lo deve fare l’uomo, chissà quanti ragazzi hai che fanno la fila, e altre perle di questo genere). Dopo però quando il ghosting si è palesato accettare che sia accaduto, per quanto difficile, è un passo necessario per voltare pagina. Il ghosting dice di più su chi lo pratica che su chi lo subisce. Non è un riflesso del valore della persona ghostata.

2. Gestire le emozioni
Dai spazio alle tue emozioni, che siano di rabbia, tristezza, delusione e altre ancora. È normale sentirsi così, ed è importante non reprimere questi sentimenti. Ricordati le emozioni sono messaggi: ascoltale.

3. Evitare la personalizzazione
Chi viene ghostato spesso si chiede: “Cosa ho fatto di sbagliato?”. Questo tipo di pensiero alimenta il senso di colpa e l’insicurezza. Ricorda che il ghosting è una scelta dell’altra persona, spesso dettata da situazioni o emotività nelle quali chi subisce non c’entra nulla.

4. Creare chiusura da soli
Se la persona che ti ha ghostato non ti dà una spiegazione, non aspettarla. 

5. Rafforzare i confini personali
Usa questa esperienza per riflettere su ciò che vuoi da una relazione e su come proteggere i tuoi bisogni emotivi. I confini chiari ti aiutano a prevenire situazioni simili in futuro.

6. Concedersi il tempo necessario
Superare il ghosting non accade dall’oggi al domani. Permettiti di attraversare il dolore senza pressioni, rispettando i tuoi tempi.

7. Migliorare la comunicazione (invece di fare ghosting)

  • Se senti di avere difficoltà a esprimere ciò che provi o senti di avere timore di un confronto, lavora su una comunicazione più assertiva e consapevole. Questo può rafforzare i tuoi rapporti futuri.
  • Coltiva l’empatia e la gentilezza.
  • Se senti di aver bisogno di un aiuto per supportare la tua autostima rivolgiti a una psicologa o psicologo.
 

Le relazioni sane si costruiscono su comunicazione, rispetto e reciprocità, elementi che il ghosting, per sua natura, non potrà mai offrire.  Limitare il tempo passato sulle app e sui social per costruire relazioni basate sulla qualità anziché sulla quantità è un ottimo consiglio, ma il più prezioso di tutti è ogni tanto spegni la tecnologia e esci fuori dallo schermo per conoscere persone nuove, anche senza obiettivo, solo per il gusto di conoscere e farsi conoscere.

 

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