<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>diversità fra uomo e donna Archivi - MPV</title> <atom:link href="https://www.martapettolinovalfre.it/tag/diversita-fra-uomo-e-donna/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.martapettolinovalfre.it/tag/diversita-fra-uomo-e-donna/</link> <description>Marta Pettolino Valfrè</description> <lastBuildDate>Wed, 17 Jul 2024 14:11:40 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.6.1</generator> <image> <url>https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/05/cropped-mpv-logo-32x32.png</url> <title>diversità fra uomo e donna Archivi - MPV</title> <link>https://www.martapettolinovalfre.it/tag/diversita-fra-uomo-e-donna/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <item> <title>“Che palle ‘sti stereotipi” è il titolo di un saggio geniale, e dovremmo leggerlo tutte</title> <link>https://www.martapettolinovalfre.it/2024/07/17/che-palle-sti-stereotipi-e-il-titolo-di-un-saggio-geniale-e-dovremmo-leggerlo-tutte/</link> <dc:creator><![CDATA[Marta Pettolino Valfrè]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 17 Jul 2024 14:11:38 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Rassegna stampa]]></category> <category><![CDATA[diversità fra uomo e donna]]></category> <category><![CDATA[inclusione]]></category> <category><![CDATA[patriarcato]]></category> <category><![CDATA[potere delle parole]]></category> <category><![CDATA[sessimo]]></category> <category><![CDATA[stereotipi]]></category> <category><![CDATA[violenza di genere]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.martapettolinovalfre.it/?p=3771</guid> <description><![CDATA[<p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2024/07/17/che-palle-sti-stereotipi-e-il-titolo-di-un-saggio-geniale-e-dovremmo-leggerlo-tutte/">“Che palle ‘sti stereotipi” è il titolo di un saggio geniale, e dovremmo leggerlo tutte</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2024/07/17/che-palle-sti-stereotipi-e-il-titolo-di-un-saggio-geniale-e-dovremmo-leggerlo-tutte/">“Che palle ‘sti stereotipi” è il titolo di un saggio geniale, e dovremmo leggerlo tutte</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> <item> <title>Cosa succede dentro di noi quando perdiamo qualcosa?</title> <link>https://www.martapettolinovalfre.it/2024/04/18/cosa-succede-dentro-di-noi-quando-perdiamo-qualcosa/</link> <dc:creator><![CDATA[Marta Pettolino Valfrè]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 18 Apr 2024 15:37:00 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Le parole in mente - Newsletter]]></category> <category><![CDATA[diversità fra uomo e donna]]></category> <category><![CDATA[inclusione]]></category> <category><![CDATA[parità di genere]]></category> <category><![CDATA[patriarcato]]></category> <category><![CDATA[potere delle parole]]></category> <category><![CDATA[sessimo]]></category> <category><![CDATA[stereotipi]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.martapettolinovalfre.it/?p=3729</guid> <description><![CDATA[<p>Se ti dico "perdere" qual è la prima cosa che ti viene in mente? Quasi sicuramente nessuno o nessuna penserà d'istinto a qualcosa di positivo.<br /> Tra le cose che hai pensato c'era forse "perdere la verginità?"</p> <p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2024/04/18/cosa-succede-dentro-di-noi-quando-perdiamo-qualcosa/">Cosa succede dentro di noi quando perdiamo qualcosa?</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Se ti dico “perdere” qual è la prima cosa che ti viene in mente? Che immagini hai quando pensi a questo verbo? E che sensazioni all’interno del tuo corpo ti arrivano?<br>Possiamo averne diverse, ma sicuramente quasi nessunə percepirà qualcosa di positivo. <strong>La perdita per noi è negativa</strong>. Poi a pensarci bene ogni tanto la perdita può essere anche positiva, ma ci dobbiamo pensare proprio bene per cambiare idea e sensazioni.<br>Tra le cose che hai pensato poco fa c’era forse “perdere la verginità?”<br>Questa riflessione mi è nata leggendo un post di<a href="https://www.instagram.com/p/C5lxjbkNkiY/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==&utm_source=getresponse&utm_medium=email&utm_campaign=Le%20parole%20in%20mente&utm_content=Ho%20perso%2C%20tante%20volte" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u> Eugenia Nicolosi su Alfem</u></a>.</p> <p>Perché usiamo il verbo perdere, che ci richiama l’idea ma anche lo stato emotivo di <strong>quando ci capita qualcosa di negativo e la maggior parte delle volte non voluto?</strong><br>Perdere la verginità è una frase che si usa soprattutto riferito al sesso femminile, si può dire anche relativa a quella maschile, ma non si può negare che c’è un gran discutere su quella femminile, indicata ancora troppo spesso come <strong>virtù da mantenere</strong>.</p> <p>Ed ecco che si svela il perché la verginità è abbinata a quel verbo e non invece al <strong>guadagnare una diversa sessualità e consapevolezza</strong>, oppure al cambiamento, oppure all’esperienza. Mica si può fare sesso per piacere, deve essere negativo per noi donne e deve insegnare al nostro inconscio, appena impariamo ad usare quella stringa di codice, che perdiamo qualcosa di importante.</p> <figure class="wp-block-image size-large"><img fetchpriority="high" decoding="async" width="1024" height="683" src="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-1024x683.jpg" alt="Perdere la verginità" class="wp-image-3734" srcset="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-1024x683.jpg 1024w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-300x200.jpg 300w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-768x512.jpg 768w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-1536x1024.jpg 1536w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/fragolina-2048x1365.jpg 2048w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure> <h2 class="wp-block-heading has-text-align-left"><strong>Avversione alla perdita e propensione al guadagno</strong></h2> <p>Da Cartesio in poi ci hanno educato a coltivare la nostra razionalità e la nostra mente analitica perché portatrice della nostra vera essenza e del nostro essere evoluto. E così <strong>ci siamo dimenticati del nostro corpo e del nostro essere animale</strong>.<br><br>Molte persone si descrivono come razionali e capaci di non farsi influenzare delle emozioni quando prendono decisioni. Per credere a questo dovremmo anche credere che <strong>la mente senza emozioni ha sempre ragione</strong> e che queste ci distraggono da ciò che è giusto per noi.<br>Per nostra fortuna sono arrivati Kahneman e Tversky che, con i loro studi, ci hanno mostrato che non siamo per nulla razionali quando pensiamo e quando prendiamo decisioni.</p> <p>Proprio questi studi e la spiegazione degli <strong>errori sistematici nel processo decisionale umano</strong> hanno portato lo psicologo Daniel Kahneman a vincere il premio Nobel in economia.<br>Le persone non valutano le opzioni solo in base al loro valore atteso in termini di utilità, ma sono influenzate anche da come tali opzioni sono presentate, da <strong>quali parole vengono usate</strong> per descrivere le scelte e dalla loro percezione di guadagni e perdite potenziali.</p> <p>Si è scoperto che le persone tendono a essere più motivate a evitare le perdite invece che a perseguire guadagni. In altre parole, la sensazione di perdere qualcosa è spesso percepita come più dolorosa e significativa rispetto alla gioia di guadagnare la stessa quantità.</p> <p>Applica questo alla verginità: <strong>la perdita ha più importanza del guadagno, ma allora perché usare questa parola associata alla verginità?</strong> “Perderla”, se voluta, porta a cose belle, a una maggiore consapevolezza corporea, di sé e dell’altra persona, porta alla scoperta di una sessualità diversa da quella praticata fino a quel momento.</p> <p>Kahneman e Tversky hanno esplorato l’avversione alla perdita attraverso numerosi esperimenti e studi, dimostrando che le persone sono disposte a rischiare di più per evitare perdite rispetto a quanto sarebbero disposte a rischiare per ottenere guadagni di valore simile. Questa comprensione ha profonde implicazioni nel campo dell’economia comportamentale e nella teoria delle decisioni, portando a una maggiore consapevolezza dei <strong>modi in cui le emozioni influenzano i processi decisionali umani.</strong></p> <p>L’evoluzione ci spiega il perché l’avversione alla perdita è così importante per noi. Quando eravamo nelle savane ed eravamo ancora primitive e primitivi, dovevamo salvarci la pelle tutti i giorni, procurarci il cibo e difenderci da altre specie animali che condividevano i nostri spazi. Allora ogni cambiamento era un potenziale pericolo. Un rumore, la presenza di un animale, un agente atmosferico portava con sé un cambiamento che poteva determinare se eravamo in pericolo oppure no. Per questo motivo <strong>abbiamo una mente e un orecchio che assimilano anche per differenza</strong> e per questo motivo tutte e tutti abbiamo l’avversione al cambiamento, con sfumature diverse e personali. Il mantenimento dello status quo ci sembra più confortevole perché apparentemente controllabile.</p> <p>Nella maggior parte dei casi funzioniamo bene, ma non dobbiamo dimenticarci che la variazione può portarci al successo e al guadagno, qualsiasi sia il nostro personalissimo significato di queste due parole.</p> <h2 class="wp-block-heading"><strong>E allora la corsa a chi guadagna di più che fine fa?</strong></h2> <figure class="wp-block-image size-large"><img decoding="async" width="1024" height="576" src="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-1024x576.jpeg" alt="" class="wp-image-3735" srcset="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-1024x576.jpeg 1024w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-300x169.jpeg 300w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-768x432.jpeg 768w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-1536x864.jpeg 1536w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/bilancia-2048x1152.jpeg 2048w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure> <p>D’altra parte, la propensione al guadagno riflette la <strong>nostra inclinazione a cercare opportunità di crescita</strong>, nuove esperienze o cambiamenti positivi. Coloro con una forte propensione al guadagno possono essere più propensi a cercare occasioni di sviluppo personale o professionale, anche se implicano rischi.<br>Questo può avere effetti su tutta la nostra vita: nelle relazioni, nella carriera e anche alla nostra crescita personale.<br>Sapere che tuttə noi abbiamo funzionamenti simili, ma con sfumature diverse ci può aiutare a <strong>migliorare il nostro dialogo interiore </strong>e a riconoscere le nostre tendenze verso l’avversione alla perdita e la propensione al guadagno e può aiutarci a <strong>prendere decisioni più coscienti.</strong><br>Riflettere su come le emozioni influenzano le nostre vite può essere il primo passo per un miglioramento più consapevole nella relazione con noi stessə e con le altre persone.</p> <h2 class="wp-block-heading"><strong>Cambiamo il quadro</strong></h2> <figure class="wp-block-image size-large"><img decoding="async" width="1024" height="773" src="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-1024x773.jpg" alt="" class="wp-image-3736" srcset="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-1024x773.jpg 1024w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-300x226.jpg 300w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-768x580.jpg 768w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-1536x1160.jpg 1536w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2024/06/re-framing-2048x1546.jpg 2048w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure> <p>In quale altro modo potremmo descrivere un cambiamento così importante come la perdita della verginità?<br>Quello che stiamo facendo, come forse già sai se leggi da tempo questa newsletter, si chiama <strong>reframing, cioè cambiamo la cornice del quadro</strong>. Nel mio libro <em><a href="https://www.amazon.it/emotivo-speaking-Manuale-pratico-storytelling/dp/8835119138/?_encoding=UTF8&pd_rd_w=krLXx&content-id=amzn1.sym.77ffab5d-76b7-4938-b932-74add6a1a4b2&pf_rd_p=77ffab5d-76b7-4938-b932-74add6a1a4b2&pf_rd_r=260-5931529-8671554&pd_rd_wg=1iTp5&pd_rd_r=b920da0d-9a17-4f8a-9a30-def233a6223b&ref_=aufs_ap_sc_dsk&utm_source=getresponse&utm_medium=email&utm_campaign=Le%20parole%20in%20mente&utm_content=Ho%20perso%2C%20tante%20volte" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>Il corpo emotivo nel public speaking</u></a> </em>spiego nel dettaglio come fare un buon re-incorniciamento e quali tecniche abbiamo a disposizione.</p> <p>Oggi voglio giocare un po’ con i contrari: se non perdo qualcosa allora guadagno. Cosa posso guadagnare quando ho il primo rapporto sessuale penetrativo?<br>Posso guadagnare una nuova maturità sessuale oppure posso diventare incasta (cioè <strong>fuori casta, che è sinonimo di libertà</strong>). Secondo te come si potrebbe sottolineare a parole che è una cosa bella (se successa con consenso) e non è una perdita?<br>Scrivimi, se ti va, le <strong>espressioni che ti piacerebbero sostituissero questo brutto modo di dire.</strong></p> <p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2024/04/18/cosa-succede-dentro-di-noi-quando-perdiamo-qualcosa/">Cosa succede dentro di noi quando perdiamo qualcosa?</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> <item> <title>🚺 🚾 Perché la fila nel bagno delle donne è sempre più lunga? 🛀 🩸</title> <link>https://www.martapettolinovalfre.it/2023/11/23/%f0%9f%9a%ba-%f0%9f%9a%be-perche-la-fila-nel-bagno-delle-donne-e-sempre-piu-lunga-%f0%9f%9b%80-%f0%9f%a9%b8/</link> <dc:creator><![CDATA[Marta Pettolino Valfrè]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 23 Nov 2023 14:23:40 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Le parole in mente - Newsletter]]></category> <category><![CDATA[diversità fra uomo e donna]]></category> <category><![CDATA[inclusione]]></category> <category><![CDATA[parità di genere]]></category> <category><![CDATA[patriarcato]]></category> <category><![CDATA[potere delle parole]]></category> <category><![CDATA[sessimo]]></category> <category><![CDATA[stereotipi]]></category> <category><![CDATA[violenza di genere]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.martapettolinovalfre.it/?p=2006</guid> <description><![CDATA[<p>Tu lo sai perché la fila nei bagni pubblici delle donne è sempre più lunga?<br /> La risposta è molto semplice, ma nessuno la vuole dire.</p> <p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2023/11/23/%f0%9f%9a%ba-%f0%9f%9a%be-perche-la-fila-nel-bagno-delle-donne-e-sempre-piu-lunga-%f0%9f%9b%80-%f0%9f%a9%b8/">🚺 🚾 Perché la fila nel bagno delle donne è sempre più lunga? 🛀 🩸</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <h2 class="wp-block-heading"><strong>Ci sono lividi invisibili</strong></h2> <p>Tu lo sai perché la fila nei bagni pubblici delle donne è sempre più lunga?<br>Non è perché le donne vanno sempre in due e chiacchierano.<br>Non è perché sono più lente degli uomini.<br>Non è perché non hanno la prostata.</p> <p>Il motivo è solo uno: <strong>gli spazi pubblici non sono stati progettati per le donne</strong>.<br>Quasi tutto ciò che vediamo o viviamo fuori casa non è stato pensato per le donne, ma per gli uomini. Perché erano loro ad avere una vita fuori casa, e non sto parlando di così tanti anni fa. Con il cambio della situazione sociale ci si è accorti che anche le donne iniziavano a lavorare fuori casa e a usare spazi pubblici e, in una logica mediocremente paritaria, sono stati destinati i bagni anche alle donne, solitamente nello stesso numero di quello riservano ai maschi. Perché questo è solo falsamente paritario?</p> <p>Perché non tiene conto delle <strong>diversità fra uomo e donna</strong>.<br>Gli uomini hanno a disposizione gli orinatoi. Chi non è pene-dotato no. L’apertura e la chiusura di una porta ha bisogno di tempo. E la fila si allunga.<br>Assumiamo posizioni diverse per urinare, ci vestiamo e rivestiamo in modo diverso e questo comporta tempi diversi. E la fila si allunga.<br>La maggior parte delle donne ha le mestruazioni e questo allunga i tempi di permanenza in bagno. E la fila si allunga.<br>Tutti questi motivi, e molti altri, ci fanno dire che il numero dei bagni non può essere l’unica variabile da adottare.<br>Ma perché siamo vicino al 25 novembre e vi parlo di bagni? <strong>È davvero un cesso il problema principale da risolvere per la scomparsa della violenza sulle donne? </strong>Naturalmente no. Ma voglio scrivere ancora un paio di cose prima di svelare cosa centra un water con la violenza sulle donne e con il pensiero di questa newsletter.</p> <figure class="wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped wp-block-gallery-1 is-layout-flex wp-block-gallery-is-layout-flex"> <figure class="wp-block-image size-full"><img loading="lazy" decoding="async" width="915" height="541" data-id="2007" src="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Nulla-e-stato-creato-per-le-donne.png" alt="Le donne si inseriscono in un mondo creato da e per uomini" class="wp-image-2007" srcset="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Nulla-e-stato-creato-per-le-donne.png 915w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Nulla-e-stato-creato-per-le-donne-300x177.png 300w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Nulla-e-stato-creato-per-le-donne-768x454.png 768w" sizes="(max-width: 915px) 100vw, 915px" /></figure> </figure> <h2 class="wp-block-heading"><strong>La donna solo come variante dell’uomo</strong></h2> <p><strong>La donna come “variante” dell’uomo è un problema culturale</strong> che ha radici molto lontane. Un problema culturale che contamina la sicurezza e la salute personale e pubblica. I farmaci e le terapie a cui tutte e tutti ci sottoponiamo o potremmo, in futuro, sottoporci sono sperimentate all’80% su maschi bianchi. Però, la maggior parte delle patologie si manifestano con incidenza e sintomi differenti fra uomini e donne.<br>Siamo diversi per variazioni ormonali, peso, acidità gastrica e molti altre variabili che incidono sull’assorbimento e sull’efficacia dei farmaci, questo si traduce in una maggiore tossicità dei farmaci per le donne.<br>Anche quando parliamo di <a href="https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/sperimentazione-e-medicina-di-genere-nei-trial-8-su-10-sono-uomini" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>eventi che riguardano la salute</u></a>, come una malattia cardiovascolare o un tumore, ci sono differenze che continuano a condannare le donne. Se ti chiedessi di pensare ai sintomi di un infarto quasi sicuramente mi sapresti rispondere senza neppure pensarci troppo. Perché, almeno su questo punto, si è fatta una buona comunicazione. Ma, i sintomi che conosciamo sono soprattutto quelli maschili, infatti, la donna può presentare manifestazioni secondarie e differenti con incidenza non trascurabile, come disturbi gastrici, affanno e affaticamento. <strong>E sappiamo che riconoscere i sintomi dell’infarto può salvare la vita… ai maschi.</strong><br>Stessa cosa vale per il cancro al colon, stessa malattia, sintomi e localizzazione differente.<br>Stessa cosa vale per i vaccini. Le donne hanno reazioni immunitarie innate e più forti rispetto agli uomini, ma con effetti negativi maggiori. Anche i vaccini sono cose per maschi.</p> <h2 class="wp-block-heading"><strong>Anche questa è violenza</strong></h2> <p>Le donne <strong>si inseriscono</strong> in un mondo che non è stato pensato per loro. Le donne non sono mai esistite. Questa è la ragione per cui sono nati i movimenti femministi, per esistere come donne e non come variabili dell’uomo. <strong>Noi NON siamo nate da quella costola maledetta.</strong><br>La nostra cultura ci sta uccidendo in più modi: violenza maschile sulle donne, retribuzioni troppo basse, medicine e cure spesso tossiche, cultura che non ci fa esistere nei libri di scuola, linguaggio sessista, sessualizzazione dei nostri corpi. Tutta questa è violenza e porta lividi che restano in noi e nelle nostre figlie, per generazioni e generazioni.</p> <figure class="wp-block-image size-large"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="683" src="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-1024x683.jpeg" alt="" class="wp-image-2009" srcset="https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-1024x683.jpeg 1024w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-300x200.jpeg 300w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-768x512.jpeg 768w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-1536x1024.jpeg 1536w, https://www.martapettolinovalfre.it/wp-content/uploads/2023/11/Violenza-sulle-donne-2048x1366.jpeg 2048w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure> <h2 class="wp-block-heading"><strong>L’intervista</strong></h2> <p>La conoscenza di queste tematiche è ancora relegata all’interesse della singola persona o azienda. La mancanza delle istituzioni è assordante, ma solo per chi ha orecchie che vogliono sentire.</p> <p>C’è una ricerca che indaga un tema interessante: <strong>cosa pensano gli uomini degli stereotipi che discriminano spesso le donne?</strong><br>Sosteniamo che il cambiamento deve essere portato avanti da tutte e tutti. Anche dagli uomini, detentori a oggi di importanti privilegi che distribuiscono il potere.<br>La ricerca, <a href="https://www.fondazionelibellula.com/it/ebook.html?gad_source=1&gclid=EAIaIQobChMI54CF7e7FggMVFJKDBx1A4AuyEAAYASABEgIaQPD_BwE" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>L.U.I. Lavoro, Uomini, Inclusione</u></a>, è stata condotta da <a href="https://www.fondazionelibellula.com/it/chi-siamo.html" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>Fondazione Libellula</u></a>, il cui obiettivo primario è prevenire e contrastare ogni forma di violenza sulle donne e di discriminazione di genere.<br>Ho trovato i risultai amari. Questa è la parola che meglio definisce il mio stato d’animo la prima volta che ho letto queste pagine. Un’amarezza che però denuncia un lavoro di sensibilizzazione ancora lungo e necessario.<br>Ne ho parlato con <a href="https://www.linkedin.com/in/flaviabrevi/" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>Flavia Brevi</u></a>, Capa Comunicazione di Fondazione Libellula.</p> <p class="has-background" style="background-color:#b1c0aa"><strong>Alcuni dati che sono emersi dalla vostra indagine sono, a mio avviso, preoccupanti. Ad esempio quelli che indicano che gli uomini si sentono colpevolizzati per la violenza sulle donne e quel 43% che pensa che la violenza sulle donne sia un fenomeno che non lo riguardi. </strong><br><strong>Perché quando si dice violenza sulle donne, gli uomini si sentono tutti imputati? E al contempo fanno quello che fanno solitamente i colpevoli, ovvero finta di niente, negando le proprie responsabilità?</strong></p> <p><em>Innanzitutto il primo, grande, grande scoglio è che noi siamo cresciute e cresciuti vedendo e sentendo di un solo tipo di violenza, quella fisica. Questo significa che se non c’è un segno, se la violenza è di tipo verbale, psicologico, economico, noi la sminuiremo in automatico – e con lei le microaggressioni. Che ti mettono spalle al muro: ok, non sei un picchiatore, ma hai mai urlato a una donna per strada “Non sai cosa ti farei!”?<br>Ok, non hai stuprato, quindi hai denunciato ogni amico che ti ha confidato di essere andato a letto con una ragazza ubriaca, giusto?<br><strong>Sono domande scomode</strong>, che è più facile rifiutare in automatico e chiudersi a riccio.<br>Oltre a questo, quando si parla di violenza di genere il nostro immaginario va subito alla donna maltrattata e al maltrattante. <strong>Pochissime volte abbiamo parlato delle e dei testimoni di quella violenza</strong>, della rete attorno alle due persone: perché non abbiamo colto i segnali? Cosa avremmo potuto dire e fare altrimenti? Quante campagne hanno invitato le donne vittime a denunciare, e quante invece hanno invitato gli amici e i parenti a parlare se assistono a un episodio di violenza?<br><strong>Non ci siamo mai responsabilizzati</strong>. E questo non ci porta a cercare soluzioni preventive, ci annichilisce e basta.</em></p> <p class="has-background" style="background-color:#b1c0aa"><strong>Quali sono gli interventi che ancora dobbiamo fare per non “normalizzare” la discriminazione di genere con battute, molestie mascherate, linguaggio sessista? Alla luce anche di quel 55% di donne che subiscono discriminazioni e molestie sul posto di lavoro, cioè più della metà di noi.</strong></p> <p><em>Dobbiamo puntare a un <strong>cambiamento culturale che passa necessariamente per il coinvolgimento di tutti</strong>, maschile sovraesteso intenzionale, a ogni età, dall’infanzia, grazie alla scuola, all’età adulta, attraverso le aziende e i posti di lavoro. <strong>L’equità di genere deve diventare pop</strong>, nel senso originale del termine: popolare. Libri, cartoni, serie tv, eventi. Deve attraversare ogni cosa, perché dobbiamo iniziare a concepire l’<strong>equità come una questione di benessere delle persone.</strong><br>Il cambiamento può partire dal basso, ma per accelerarlo servirebbe che parta anche dall’alto. Istituzioni comprese.</em></p> <p class="has-background" style="background-color:#b1c0aa"><strong>Come dobbiamo educare, sia gli uomini e sia le donne, a riconoscere la discriminazione, che non sempre è facilmente visibile, e in seconda battuta ad abbandonare la colpevolizzazione della vittima?</strong></p> <p><em>Forse dovremmo recuperare la curiosità di quando eravamo piccole e piccoli, leggere, viaggiare, cercare nuovi punti di vista, soprattutto quando arrivano da persone competenti e formate sulle questioni di genere.<br>Avere l’onestà di riconoscere che <strong>stereotipi e pregiudizi sono dentro di noi</strong> e ci saranno sempre, per questo dobbiamo allenarci per evitare di inciamparci dentro mentre siamo sovrappensiero.<br>E, come ci ha insegnato Michela Murgia, non stare mai zitte, anzi, continuare a segnalare una discriminazione, correggere un collega – se state immaginando un rimprovero da maestrina, forse è perché avete lo stereotipo della femminista rompipalle.<br>Ricordiamoci che, anche se non abbiamo figlie o figli né nipoti, facciamo parte comunque di una comunità educante e <strong>stiamo lasciando in eredità alle nuove generazioni tutta la nostra confusione </strong>su cosa sia una violenza o quando inizia il confine del consenso.<br>Secondo la nostra Survey “<a href="https://www.fondazionelibellula.com/it/ebook.html?gad_source=1&gclid=EAIaIQobChMI54CF7e7FggMVFJKDBx1A4AuyEAAYASABEgIaQPD_BwE" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><u>La violenza di genere in adolescenza</u></a>”, infatti, gelosia, possesso, invasione sono ancora considerati segnali d’amore. <strong>Non sono le e i giovani che si sono inventati queste cose: gliele abbiamo insegnate noi</strong>. Ora dobbiamo diseducarci, con la cultura del rispetto dei generi.</em></p> <p>L'articolo <a href="https://www.martapettolinovalfre.it/2023/11/23/%f0%9f%9a%ba-%f0%9f%9a%be-perche-la-fila-nel-bagno-delle-donne-e-sempre-piu-lunga-%f0%9f%9b%80-%f0%9f%a9%b8/">🚺 🚾 Perché la fila nel bagno delle donne è sempre più lunga? 🛀 🩸</a> proviene da <a href="https://www.martapettolinovalfre.it">MPV</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> </channel> </rss>